I bambini sperimentano la vita insieme a pupazzi e bambolotti, accuditi e amati come proiezione della vita quotidiana inserita in un mondo fantastico, frutto della creatività infantile. Nel rapporto con la bambola c'è però anche la malizia di una bambina che esplora e imita il mondo dei grandi, comunica con un essere inanimato e costruisce la sua personalità esprimendo liberamente pensieri inconsci e visioni nascoste, esorcizzando anche i propri mostri interiori. Un legame forte che cresce col tempo: il bambolotto viene sostituito da una bambola dalle fattezze di una donna adulta che diventa un modello da imitare. La bambola può diventare per l'adulto un oggetto su cui riversare il proprio amore, con cui compensare le proprie carenze...o per diventare paradossalmente bambini, proprio ora che si è diventati adulti. Il Naso, Antonio Alessandria, della sua creazione ha detto: "Lo scontro tra reale ed irreale riesce a creare un mondo totalmente surreale. Questa ispirazione doveva semplicemente essere trascritta in una formula. Nasce così la stanza delle bambole, un profumo fiorito, falsamente innocente, morbidamente sensuale, prorompente come un urlo sussurrato".